Sperimentazione: il recupero del MAIS CINQUANTINO BIANCO PERLA

Per raccontare la storia del cinquantino Bianco Perla Precocissimo, bisogna risalire, in generale, alle coltivazioni del mais.

Solitamente, la coltivazione dei mais cinquantini avveniva in successione al grano (II° raccolto): il prodotto ottenuto veniva quasi esclusivamente utilizzato dai contadini per uso alimentare, sotto forma di polenta. Nonostante la precocità, i mais cinquantini, dopo la semina in successione al grano, molto spesso non riuscivano a completare la maturazione con tutte le implicazioni conseguenti: nell’anno 1872, l’Accademia delle Scienze di Parigi sancì che la causa della pellagra fosse dovuta all’alimentazione a base di mais mal conservati e ammuffiti. (Studi sulla pellagra di Filippo Lussana; Gazzetta Medica Italiana, province venete, anno 1872).

Nonostante la presa di posizione del mondo scientifico (medici, agronomi) nei confronti della coltivazione del mais, le semine, per necessità alimentari, continuarono regolarmente.

Nell’anno 1937 furono completati gli studi che definirono i veri meccanismi, cause della pellagra.

Infatti, come emerge da un Censimento sulla coltivazione dei cinquantini nel Veneto e nel Friuli del 1939, risulta la coltivazione di 74704 ettari di tale cereale. (“Atti del Convegno per la ripresa economico-agraria delle Venezie”, Cap. “Direttive per le colture erbacee nelle Venezie”, Teatro La Fenice di Venezia, 14-17 aprile 1946).

Nello stesso documento, Cirillo Maliani riporta il dato agronomico dell’esistenza, in tale periodo storico, della coltivazione di ben 41 cinquantini colorati e 9 bianchi.

In particolare, per ciò che riguarda la presenza del cinquantino nel nostro territorio, nel testo (“Il granoturco” di Valentino Maniscalco, 1946, al capitolo “Granoturchi a semina primaverile ritardata”), si fa riferimento alla presenza di: “……il bianco Perla di San Donà, il Bianco Perla Precoce Tagliamento da esso derivato, ed altre analoghe fra le bianche….”.

Con l’avvento, dagli anni 50 del ‘900, della cosiddetta “rivoluzione verde” e, conseguentemente, con l’avvio massiccio di semine di ibridi, vennero completamente marginalizzati tutti i mais a libera impollinazione, fino a giungere, nella nostra regione, al dato attuale di soli 10 ettari coltivati di mais cinquantino.

Prevedendo che il cambiamento indotto dalla rivoluzione verde, avrebbe portato come conseguenza anche alla perdita di una cospicua parte di biodiversità, l’Istituto Cerealicolo di Bergamo, nella persona del Dottor Luigi Fenaroli, prelevò un numero considerevole di semi di varietà tradizionali di mais italiano a libera impollinazione, per garantirne la sopravvivenza.

In questa operazione, venne prelevato anche un campione di mais cinquantino coltivato nel comune di Vigonza (PD), denominato Bianco Perla Precocissimo, e registrato dall’Istituto di Bergamo nell’anno 1954, con il Codice di Registrazione: VA08.

E qui, inizia la nostra storia...

Nel 2017, l’agricoltore Renato Ballan preleva dall’Istituto di Bergamo un’esigua quantità di semi di tale Cinquantino Bianco Perla Precocissimo per tentarne il recupero.

L’interesse e la passione per la ripresa della coltivazione del mais cinquantino, da sfruttare in primo raccolto, induce il Signor Mario Celeghin, coltivatore della zona, a condividere con Ballan la prima semina di questo prezioso cereale. L’anno successivo, a causa di imprevisti nella coltivazione, solo Celeghin riesce a salvare una modesta quantità di seme; per aumentarne la forza genetica, decide di coinvolgere nel suo progetto di recupero la scuola, nello specifico, il Progetto Scolastico Interistituto “Ortinvista”, così da differenziare i luoghi di coltivazione. Lo scorso 2019, il raccolto complessivo fornisce una discreta quantità di seme (10kg), tale da proseguirne con maggiore sicurezza il recupero.

Animato da tale successo, Celeghin, che da sempre partecipa in qualità di esperto in agricoltura alle attività didattico-educative del Progetto, riserva alla scuola il compito di continuare il percorso di valorizzazione di questo cereale, più rispondente alle esigenze agronomiche odierne, che necessariamente devono confrontarsi con le nuove emergenze ambientali.

Dopo anni di sperimentazione…

…finalmente il nostro MAIS CINQUANTINO BIANCO è stato riconosciuto come prodotto trazionale veneto e quindi pubblicato nella Gazzetta ufficiale con l’approvazione del Ministero dell’Agricoltura (Marzo 2022)

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Il nostro MAIS CINQUANTINO BIANCO è diventato prodotto tipico locale